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Vide le loro tribolazioni


Dopo aver completato il libro dei Patriarchi, il Libro degli inizi (Bereshit), iniziamo il secondo libro della Toràh, quello di Shemot, il libro “dei figli”.

Il popolo ebraico si forma all’interno della cornice della schiavitù egiziana e, parallelamente alla nascita del popolo assistiamo a quella del suo leader “Moshè Rabbenu” Mosè il Nostro Maestro. Questa settimana cercheremo di approfondire il suo personaggio partendo da quello che spiega Rashi nel seguente verso:

Shemot cap.2 verso 11

“Fu in quei giorni, quando Mosè era cresciuto, che egli uscì [a trovare] i suoi fratelli e vide le loro tribolazioni. [Un giorno] vide un egiziano che colpiva uno dei suoi fratelli ebrei.”

RASHI

Vide le loro tribolazioni: ha posato i suoi occhi e il cuore per condividere la loro sofferenza.

Cosa ci sta dicendo Rashi??

Rashi aggiunge una ulteriore dimensione a quello che dice la Toràh: la Toràh ci dice che Mosè ha visto le loro tribolazioni ed Egli specifica che le ha condivise ossia che ha avuto una reazione empatica rispetto a quello che accadeva.

Questo è certamente una delle caratteristiche più ammirevoli che troviamo in Moshè. Il Midrash, come vedremo in seguito, enfatizza ancora di più questo coinvolgimento sentimentale rispetto a quello che accade ai propri fratelli.

Su cosa si basa Rashi per dire quello che dice a partire dal verso nella Toràh?

La forma ebraica usata nella Toràh per dire “vide le loro tribolazioni” è "Vayar Besivlotam” ma in teoria grammaticalmente parlando avrebbe dovuto dire “Vayar et sivlotam” cosicché “le loro tribolazioni” sia l’oggetto diretto della sua azione di vedere. Ma la forma usata dalla Toràh ci fa percepire una sottile sfumatura che significa che Moshè ha visto “dentro le loro tribolazioni” ossia che si è identificato con esse. Nel senso che prima ancora di vedere con gli occhi ha visto col cuore e non solo come osservatore oggettivo.

Inoltre Rashi per arrivare alla sua conclusione si basa sul “Midrash Rabbah” (1, 27) che riportiamo qui di seguito:

“cosa significa ‘e vide’? Vuol dire che vide la loro sofferenza ed ha pianto e detto: ‘Oh, mi dispiace per voi (popolo d’Israele)! Se potessi morire per voi sarei disposto, poiché non c’è lavoro più pesante che quello sul cemento!’ E Mosè piegava le sue spalle per aiutare ognuno singolarmente”.

Avendo approfondito le fonti ci troviamo di fronte ad una figura più dettagliata del futuro leader: altamente sensitivo rispetto alle pene degli altri, profondamente empatico, benevolente e attivo nell’aiutare.

La Toràh, prima di dirci che verrà scelto come inviato di HaShem per liberare il popolo ci racconta tre episodi che non lasciano dubbi rispetto al fatto che si impegnasse attivamente per aiutare coloro che soffrono: la lotta fra l’ebreo e l’egiziano (Shemot cap. 2 v. 11), la lite fra un ebreo e un altro ebreo (Shemot cap.2 v.13) e la lite fra un non ebreo (le figlie di Itrò) e un non ebreo (il midianita) (Shemot cap. 2 v.17).

Riadattamento del link http://www.aish.com/tp/i/wbr/48957201.html

Dediche
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In memoria di Antonella bat Giuseppina z.l.
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