Parlare con il cuore e con le azioni
La Toràh afferma:
“E Izchak prediligeva Esav perché era un cacciatore con la sua bocca, mentre Rivkàh prediligeva Jaacov”. (Bereshit 25:28)
Ciò significa che Esaù riusciva (almeno apparentemente) a ingannare suo padre sul suo livello di rettitudine.
Rabbì Eliahu Dessler, cita l’Arizal che dice che è un errore pensare che Esaù era completamente ipocrita e cercava solo di ingannare il padre. Se Izchak ha commesso un errore, deve esserci un buon motivo. Il problema di Esaù era quello di essere spirituale solo “a parole”, senza digerire la cosa facendola sua. Parlava di concetti spirituali senza essere una persona spirituale.
Quindi, dice Rav Desler, chiunque faccia discorsi etici e spirituali senza farli propri in modo che gli entrino nel cuore e nell’anima, è un collega di Esav Harashàh (Esaù il malvagio).
L’essenza di una persona elevata è quella di integrare i suoi pensieri e i suoi discorsi con le sue azioni: gli ideali della Toràh di cui parla, devono essere parte integrante della persona. Per arrivare a ciò ci sono molti livelli. Alcuni sono inconsapevoli di quanto siano distanti dal provare effettivamente quello che dicono. Una persona del genere può dire di amare gli altri profondamente, ma è chiaro che anche se crede di essere così, è molto lontana dal metterlo in pratica. Non basta ripetere i concetti a pappagallo. Quando impari un nuovo concetto, continua a rivederlo fin quando a poco a poco penetra la tua anima e ciò che dici diventa effettivamente parte di te.
Riadattamento del link: http://www.aish.com/tp/ss/ssw/134202543.html
basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin