La ricompensa che perviene dall’onore dei genitori
Per il merito di aver onorato i genitori, Esaù non venne attaccato
«Comanda al popolo dicendo: Voi passate per il territorio dei vostri fratelli figli di Esaù che abitano in Seir, essi avranno paura di voi, ma voi state molto attenti, non fate loro guerra» (Deuteronomio 2,4 Parashà di Devarim).
I Maestri spiegano che questo comando a favore di Esaù fu dato per il suo merito di aver rispettato i genitori.
Chiesero i Maestri:«Ed un ebreo che è accorto nel rispetto dei genitori, qual’è la sua ricompensa?»
Risposero: « Queste sono le cose per le quali chi le compie gode dei loro frutti in questo mondo e mantiene intatto il patrimonio per il mondo futuro: rispetto dei genitori ecc...» Disse Rabbì Abau: «Chiesero gli allievi a Rabbi Eliezer il grande:”Come si esprime il rispetto per i genitori?” Egli rispose:”Osservate cosa fece Dama figlio di Netinà di Asqelon. Sua madre era un pò tocca e lo picchiava [in viso] di fronte ai suoi amici [notabili del paese] e costui non le diceva altro che ”mamma smettila”.» Dissero i Saggi:«Una volta i Maestri si recarono presso di lui [presso Dama] ad Asqelon per comprare una pietra preziosa che era andata perduta dal pettorale del Coèn Gadol. La trattativa per l’acquisto della pietra si concluse per la cifra di mille zeuvim. Dama entrò nella stanza di suo padre e vide che un suo piede era steso sul cofanetto contenente la pietra preziosa, e vedendo che suo padre dormiva non volle svegliarlo. I Saggi, vedendolo uscire a mani vuote, pensarono che egli volesse aumentare il prezzo e gli offersero diecimila zeuvim. Quando il padre si svegliò, Dama cercò i Maestri e gli porse la pietra. Costoro intesero dargli diecimila zeuvim, ma egli rispose: “Lungi da me! Io non traggo giovamento dalla ricompensa per l’aver onorato i miei genitori; vi darò la pietra per quello che avevamo pattuito all’inizio”. Quale fu la sua ricompensa? L’anno dopo la sua mucca gli partorì una vacca rossa, ed egli la vendette per una cifra superiore a diecimila zeuvim. »
(Midrash Devarim Rabbà 15)