Hilkhòt Shabbàt - Il concetto di melakhà
Che cosa è la melakhà?
Come deve essere osservato lo Shabbàt per essere sicuri che il suo fine sublime si traduca in realtà nell’anima ebraica? La risposta della Torà è inequivocabile: astenendosi dall’operare; la stessa parola Shabbàt significa appunto questo: «non farai alcuna opera......».
La Torà insiste continuamente su questa prima condizione, che è il fulcro e l’essenza dello Shabbàt.
Ora dobbiamo analizzare esattamente che cos’è che la Torà considera «opera» a questi effetti; e qui giungiamo a conclusioni inaspettate.
Melakhà e opera
È evidente che «l’opera» o, per usare il termine che appare nella Torà, la melakhà (pl. melakhot) non si identifica assolutamente con uno sforzo o con un esercizio fisico. Questo appare evidente dalla semplice constatazione che, mentre non si trasgredisce alle norme relative allo Shabbàth se si trasporta un grosso carico entro i confini della propria casa, lo si profana invece portando con sé anche solo un libricino uscendo da casa.
E non è neppure vero che la Torà proibisca semplicemente di eseguire le comuni operazioni quotidiane. Le norme relative allo Shabbàth comprendono anche indicazioni precise a tale riguardo, ma non sono basate su questo unico principio.
Che cosa si intenda veramente per «opera» nel comandamento biblico «non farai alcuna opera», lo si può comprendere solo studiando attentamente la tradizione orale. È meglio non usare i termini «lavoro» o «attività», che creano confusione, e attenersi al termine tecnico di melakhà. Una chiara valutazione della natura della melakhà è di vitale importanza per una vera comprensione dello Shabbàth, come la Torà stessa intende che sia osservato e come è difatti osservato ancora oggi dagli ebrei che vogliono rispettare la loro grande eredità.