Il nazìr
La Toràh afferma:
“E dopo di ciò il Nazir può bere vino” (Bemidbar 6:20).
Dopo che il Nazir ha completato l’intero processo descritto dalla Toràh può nuovamente bere vino. Come mai la Toràh chiama la persona ancora con il termine di Nazir in questo verso anche se non è più nello stato di Nazir? L’Alshich spiega che quando una persona attraversa un periodo di trenta giorni essendo Nazir, eleva sé stessa ad un elevato livello di spiritualità. Arriva ad uno stadio per cui anche se beve vino è la bevuta di qualcuno al livello spirituale del Nazir.
Due persone possono bere vino e il significato dietro al loro comportamento può essere diametralmente opposto. I seguenti due episodi illustrano il concetto in modo chiaro: Rav Mordechai Gifter, ex Rosh Yeshivà di Telz, era su n aereo. Uno dei motori prende improvvisamente fuoco e il capitano annuncia un atterraggio di emergenza nella città più vicina. Uno dei passeggeri chiama la hostess dicendo: “Dammi un ultimo bicchiere di vino prima di morire!” una persona che si identifica interamente con il proprio corpo e non con la propria anima mantiene questo atteggiamento perfino all’ultimo minuto della propria vita. (L’aereo ha avuto un atterraggio sicuro e nessuno è morto.)
Seconda storia: un grande Talmid Chacham ha vissuto una vita ascetica, negando a sé stesso molti dei piaceri della vita. Quando era sul letto di morte ha chiesto: “Per favore, portami un bicchiere di vino prima che muoia. Per tutta la mia vita ho negato al mio corpo piacere fisico. Adesso voglio chiedere perdono al mio corpo e voglio placarlo con un bicchiere di vino.” L’uomo giusto si identificava completamente con la propria anima. La sua richiesta di un ultimo bicchiere di vino era del genere di spiritualità del Nazir.
Riadattamento del link: http://www.aish.com/tp/ss/ssw/93881849.html
Basato su “Growth Through Torah” di Rav Zelig Pliskin